L’anno che verrà
Nei primi mesi della pandemia, mi è spesso tornato in mente un verso dell’Eneide: apparent rari nantes in gurgite vasto, appaiono pochi naufraghi nel vasto gorgo. Un verso potente, attraverso cui Virgilio descrive la terribile tempesta che scuote le navi di Enea in fuga dalla caduta di Troia. In quei giorni di incertezza, la nostra dimensione sociale, sentirsi parte di un’intelligenza collettiva che nell’incontro e nel dialogo costruisce senso, è stata improvvisamente lacerata dalla violenza inattesa della crisi sanitaria. Come i marinai troiani, siamo stati gettati nel vasto gorgo, eppure non abbiamo ceduto alla rassegnazione, al silenzio. Nel volgere di pochi giorni, ciascuno di noi ha dato vita ad iniziative che fossero l’occasione per riportare insieme le nostre comunità. Alla cupezza della pandemia, abbiamo contrapposto la vitalità di chi lavora per il cambiamento, per contrastare le nuove disuguaglianze, per restituire speranza a chi l’ha smarrita.